Mi chiamo Giulio Milani, sono nato a Massa nel 1971, ho tre figli in età scolare, una compagna artista e docente di storia dell’arte, un padre medico, una madre insegnante, una sorella psicologa, nella vita mi sono sempre (faticosamente) occupato di libri e questa è la prima volta che accetto una candidatura. Se non ci fosse stata la lista “Massa insorge”, non sarei neanche andato a votare. Con questo non sono un a-politico, non lo sono mai stato: ho sempre avuto una visione politica della condizione umana, che ritengo essenzialmente tragica, e quindi ho sempre preso posizione quando c’è stato da prenderla e magari conveniva stare zitti, non esporsi, come fanno tanti miei colleghi per il loro quieto vivere nell’industria editoriale: dopo aver votato per anni coalizioni o liste di sinistra, alla fine – per l’esattezza nel 2013 – ho dovuto accettare l’idea che la sinistra che ho conosciuto nel Novecento è morta, vendendosi alle fallaci teorie neo-liberiste e agli interessi degli anglo-americani.

Da allora ho smesso di delegare e ho iniziato un percorso da attivista per la costruzione di una contro-cultura dissidente – per esempio partecipando alla prima fase del “movimento TQ” degli scrittori trenta/quarantenni contro l’ideologia del mercato in ambito culturale e poi fondando nel 2019, con la scrittrice Veronica Tomassini, il movimento degli Imperdonabili contro la “compagnia di giro” dei privilegiati e contro l’impiego dogmatico e identitario del politicamente corretto in ambito letterario.

Poi, dopo anni di tolleranza e di politiche “vax free” anche da parte del centro-sinistra, che culminarono nel 2006 e nel 2007 in leggi regionali di rimozione degli obblighi pediatrici, ho dovuto affrontare da genitore, come altri, il cambio di regime in ambito vaccinale stabilito a Washington nel 2014, quando il governo Renzi pensò bene di attaccare anche il diritto alla libera scelta in ambito terapeutico (art. 32 Cost.) dopo aver smantellato, tra le altre cose, i diritti dei lavoratori col Job Acts o il senso stesso della scuola pubblica con “La buona scuola” dirigista e aziendalista. In quella occasione, con altri genitori, ho fondato il Comitato provinciale dei genitori di libera scelta di Massa Carrara per dare sostegno alla lotta contro la legge Lorenzin e la discriminazione dei bambini in materia di obblighi vaccinali.

Infine è arrivato il marzo 2020 e il golpe bianco di Giuseppe Conte: appena ho preso coscienza di cosa avrebbe significato per la vita democratica, sociale, psicologica ed economica del Paese accettare il “lockdown totale” voluto dai 5 Stelle e dal PD su imbeccata “internazionale”, ho pianto. Lo ricordo molto bene. Ero al telefono con mia madre, spaventata dai media e dal governo su questa para-influenza geriatrica non ubiquitaria a nome Covid-19, e davanti alla sua ingenuità e credulità mal riposta, sono stato assalito da un senso di impotenza mai provato prima: se anche le persone istruite (da chi?) accettavano un’aberrazione del genere senza farsi domande sulle reali motivazioni della catastrofica decisione e sulle sue conseguenze, per il Paese era finita: avremmo accettato qualunque altra deriva dello Stato di diritto o eversione del dettato costituzionale. L’ormai famoso “fatto nuovo” non era un virus respiratorio, ma il modo di affrontarlo: senza precedenti in tutta la storia repubblicana. Sono stato assalito dalle lacrime per tutto quello che avrebbero dovuto subire soprattutto i più giovani, i miei figli, e per la drammatica “rivoluzione dei palazzi” in atto, di cui – da storico – ero in grado di pre-vedere la parabola, compreso l’ingresso in guerra.

Così è stato. Con le due settimane di confinamento diventate due mesi e mezzo, con i pazienti abbondonati a casa o nelle RSA, con i medici introvabili, gli ospedali chiusi al pubblico, insomma il crollo totale del sistema sanitario che ha provocato il numero di decessi per tutte le cause più alto d’Europa. Con le regole più irrazionali spacciate per scienza e un’intera classe di esperti venduta alle esigenze del potere, come emerge adesso dall’inchiesta di Bergamo. Una scelta criminale e tuttora impunita per assecondare i “social sentiments” del popolo più anziano d’Europa e scavallare, con questo atroce pretesto, i vincoli di bilancio voluti dalla UE, ottenendo quei fondi di ristoro che oggi, col PNRR, gli stessi criminali e la loro “opposizione sistemica” neanche sono capaci di spendere.

Da allora, il mio impegno civile è stato un crescendo. Mi sono dichiarato “prigioniero politico” tre giorni dopo la dichiarazione di lockdown totale, confinato in casa com’ero, l’attività lavorativa devastata, i figli reclusi come sonnambuli, la gente impazzita di terrore e all’improvviso incattivita, feroce, divisa su tutto e incapace di affrontare il senso della vita e della morte. Penso che nel 2020 abbiamo toccato il fondo della nostra civiltà e abbiamo avuto l’incredibile privilegio, nello stesso tempo, di capire quale traiettoria tecnocratica le élite occidentali ci stanno apparecchiando per conservare i propri privilegi durante il tramonto dell’impero americano. Senza la tecnologia e senza i Big Tech, infatti, niente di tutto questo sarebbe potuto succedere. Viviamo in un mondo che ha perso il senso della misura e lo ha perso proprio a causa dell’illusione di onnipotenza prodotta dalla tecnologia, il nuovo “oppio dei popoli”, che rende tutto inautentico mentre divora posti di lavoro e concentra la ricchezza nelle mani di pochi.

La classe operaia non è più una massa di manovra politica, delocalizzata com’è nei Paesi dove lo sfruttamento del lavoro umano costa meno, si è formata tuttavia una “classe precaria” che raccoglie le fasce più deboli della popolazione, i disoccupati, gli esuberi, gli stagionali, le partite iva, gli interinali, i pensionati con la minima, i dismessi e insieme il ceto medio impoverito, quello che guadagna dai 19mila euro l’anno in giù: a loro ci rivolgiamo perché ognuno dei nostri candidati, come si può leggere dai profili, appartiene a questa stessa classe. “Massa insorge” si rivolge a tutti coloro che hanno capito di essere il bersaglio di una “transizione ecologica” verso un mondo “pulito” da tutte le scorie sociali e dai loro sogni di “redistribuzione” e di “giustizia”, governato dai ricchi e dai robot e fondato sulla rapina della natura e delle risorse. Un mondo senz’anima amministrato da gente con la panza piena e la testa vuota. Noi non possiamo tollerarlo. Noi dobbiamo ribellarci. Noi dobbiamo insorgere. Ne va della nostra stessa sopravvivenza.

Attraverso le elezioni locali? Anche. Perché in questi anni ho capito almeno una cosa: se noi non ci occupiamo della politica, la politica si occupa di noi. Anzi, intende farlo al massimo livello possibile, estendendo il suo potere sui nostri stessi corpi. Si chiama infatti bio-politica ed è un’ideologia totalitaria camuffatta da de-regulation mercatale. Senza forme di resistenza o di rallentamento dei loro progetti, lo abbiamo visto, siamo destinati a essere travolti e sottomessi come già si fa con gli animali in batteria.

Il movimento no greenpass e contrario all’obbligo vaccinale, alle mascherine in ogni dove, alle restrizioni e ai lockdown, all’identità e alla moneta digitale, al capitalismo della sorveglianza, alla guerra in Ucraina per gli interessi degli Usa, alla presenza di 120 basi Nato nel nostro territorio e quindi alla limitazione della nostra sovranità nazionale nella Ue dei burocrati al soldo delle lobbies finanziarie, è in un momento di riflusso nel privato dopo due anni di battaglie. Per gli attivisti che hanno continuato e continuano strenuamente a battersi, le elezioni – come i referendum di Mattei-Pennetta – costituiscono una sorta di scelta obbligata se si vuole continuare a resistere e a mantenere le posizioni in vista di nuove sfide, che non mancheranno, alla nostra auto-determinazione. La nostra associazione ha infatti diversi obiettivi molto concreti come conservare e accrescere il successo di “Sei apuano se”, complessa macchina organizzativa che avrebbe bisogno di un patrocinio con qualche fondo a disposizione per rilanciare il progetto l’anno prossimo. Poiché stiamo anche per portare a termine l’iscrizione al Runts, abbiamo bisogno di sponde istituzionali per partecipare ai bandi su iniziative culturali e sociali e per trovare poi la sede più adatta per le nostre attività, tra le quali la scuola libertaria, l’ambulatorio per i danneggiati da vaccinazione anti-Covid, gli incontri culturali, le cene di finanziamento, i mercatini e tutto quello che vorremmo farci. Dunque era ed è imperativo conoscere gli attori istituzionali in campo e posizionarci tanto all’opposizione che in maggioranza con nostri referenti d’area, a maggior ragione visto che i nostri associati e simpatizzanti provengono dalle più diverse esperienze politiche e culturali. La nostra varietà è la nostra forza. 

Non siamo pochi, diffidate dei sondaggi, commissionati a bella posta per farvi credere che vinceranno i soliti. In termini di dati spiccioli, parliamo di una platea di circa 5mila potenziali elettori che non hanno neanche una dose e che sono stati braccati, insultati, derisi, discriminati per oltre un anno e mezzo. Parliamo di un movimento che da luglio 2021, quando Draghi ha introdotto il vergognoso “lasciapassare” con le sue varie gradazioni e categorie bersaglio, introducendo per la prima volta nella storia della democrazia italiana il principio dei “diritti costituzionali sotto condizione”, ha tenuto una manifestazione alla settimana almeno fino a marzo 2022 incluso. Solo la nostra associazione, Rivoluzione Allegra, è arrivata a tesserare 230 persone in tre mesi e a tenere 96 mobilitazioni consecutive in due anni: noi rappresentiamo un movimento di opinione che ha portato in un solo giorno, il 24 luglio 2021, oltre 900 persone in piazza Aranci. Quasi l’11 % della popolazione massese ha infatti preferito l’auto-determinazione alla terapia genica sperimentale. Gli eventi ci hanno dato ragione: non si conta il numero di effetti avversi più o meno gravi e di strani “malori” che colpiscono in modo fatale persone straordinariamente giovani rispetto alla media degli altri anni. Nessuno ne parla pubblicamente, l’Aifa tarocca i grafici con la solita “comunicazione statistica” ad usum Delphini, ma tutti ne hanno contezza se non esperienza personale. 

Voi che avete scelto l’auto-determinazione adesso avete la straordinaria opportunità di vendicarvi. Non buttatela via.

Giulio Milani, laureato in Storia, autore di saggi, reportage e romanzi, dirige la casa editrice Transeuropa dal 2005; è presidente dell’APS “Rivoluzione Allegra” di Massa Carrara ed è coordinatore regionale del “Comitato di Liberazione Nazionale – Oggi” in Toscana.

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